24 Feb 2010

I diritti degli animali (2a parte)

.....
Inoltre, l'Islam comanda di utilizzare clemenza quando gli animali vengono uccisi a scopo alimentare. Non e' permesso infatti affilare la lama davanti all'animale che sta per essere sgozzato o alla presenza di altri capi di bestiame, come non e' consentito uccidere tirando il collo dell'animale, battendolo, ne' per mezzo dell'elettrocuzione, eccetera. E' ugualmente vietato iniziare a scuoiare l'animale prima che sia definitavamente morto. Il Profeta (su di lui la pace) disse:

"In verita' Allah ti ordina di essere gentile con tutta la Sua creazione. Quindi se uccidi, fallo nella maniera giusta, se sgozzi un animale, fallo nella maniera giusta. Affila pertanto il coltello per far si' che la macellazione sia un procedimento facile e veloce"
(Muslim, hadith n. 1955)

[...]

Questi ordini non hanno solo lo scopo di proteggere gli animali da qualunque crudelta', ma sono anche un mezzo per espiare i peccati del musulmano e possono diventare la ragione della propria ammissione in Jannah (il Paradiso). Il Messaggero di Dio (su di lui la pace) racconto':

"Un uomo stava viaggiando quando fu sopraffatto da una sete fortissima. Vide un pozzo, vi si calo' dentro e bevve a sazieta' prima di riemergere. Quando usci' dal pozzo, scorse un cane che ansimava e leccava la terra a causa della fortissima sete che provava. L'uomo allora riflette' fra se' e si disse che quel cane stava probabilmente patendo la stessa sete che lui stesso aveva patito. Allora scese nuovamente dentro al pozzo, riempi' la sua scarpa d'acqua e, reggendola con la bocca, si arrampico' fuori dal pozzo e la porse al cane con la bocca, che ne bevve. Allah l'Altissimo, lo lodo' e accetto' questa sua azione (di clememnza) e perdono' i suoi peccati".
Gli chiesero:"O Messaggero di Allah, riceveremo ricompense per cio' che facciamo per gli animali?". Rispose:"Si' in verita' c'e' una ricompensa per ogni anima vivente".

(Riportato da Bukhari, hadith n.5663)

Tratto dal libro:
Pregiudizi correnti sui diritti dell'uomo nell'Islam
AbdurRahman ibn Abdul Karim Al Sheha

I diritti degli animali (1a parte)

Gli animali domestici devono essere nutriti in maniera appropriata, ricevere cure adeguate ed essere trattati gentilmente. E' stato riportato che il Messaggero di Dio (su di lui la pace) disse:

"Una donna ando' all'Inferno per aver segregato un gatto fino a farlo morire. Ella non gli diede da mangiare, ne' gli offri' acqua da bere e nemmeno lo lascio' libero di vagare per mangiare gli insetti della terra"
(Riportato da Bukhari, Hadith n. 5702)

Gli animali non devono essere torturati, feriti o picchiati per nessun motivo, cosi' come quelli da traino non devono essere sovraccaricati a tal punto da non poter sopportare il carico.
Il Messaggero di Dio (su di lui la pace) disse:

"Allah maledice chi brucia un animale con la marchiatura ed il tatuaggio"
(Bukhari hadith n. 2236)

L'islam proibisce l'utilizzo di un animale come bersaglio vivo. E' stato riportato che Ibn Omar, passando accanto ad un gruppo di giovani uomini dei Quraish, vide che stavano usando un uccello come bersaglio vivo. Dopo avr chiesto chi avesse fatto una tale azione, Ibn Omar commento':
"Possa Allah maledire la persona che usa quest'uccello come bersaglio".
Egli si riferiva all'Hadith (cioe' detto) del Messaggero di Dio (su di lui la pace), che disse:
"Possa Allah maledire chi utilizza un esere vivente come bersaglio"
(Bukhari hadith n.5196)

L'Islam inoltre, condanna chi, dopo aver ucciso un animale, lo mutila.(Riportato da Bukhari hadithn.5196)

Come riportato nell'Hadith riportato da ibn Masoud, l'Islam proibisce di maltrattare o fare del male agli animali:

"Eravamo in viaggio in compagnia del Messaggero di Allah (su di lui la pace), quando egli (su di lui la pace) si allontano' per un bisogno. Mentre era assente, vedemmo un codirosso con due pulcini; glieli prendemmo e il codirosso ci venne dietro e prese a svolazzarci intorno. Venne il Profeta (su di lui la pace) e disse:
"Chi ha messo quest'uccello in angustia per i suoi piccoli? Restituitele i suoi piccoli!". Poi vide che avevamo bruciato un formicaio, e cosi' disse: "Chi l'ha bruciato?", "Noi", rispondemmo; "Non conviene che a tormentare col fuoco sia altri che il Signore del Fuoco", osservo'.
(Abu Dawud, hadith n.5268)

continua con la 2a parte.

23 Feb 2010

Ma perchè questo attacco alla macellazione halal?

Un'opinione di una donna partecipante al forum alfemminile.com 


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premetto che noi mangiamo la carne come la troviamo qui in italia, ma credete che morire con un chiodo piantato in testa sia un grande piacere? io conosco un veterinario che gira per i macelli, mi ha sempre detto che l'elettroshock stordisce, sì, ma non è di certo una bella sensazione, perchè non è una cosa istantanea...provate a prendere una scossa elettrica e poi ditemi quanto vi piace.. inoltre molte volte non viene nemmeno praticato, all'animale si spara direttamente e amen... e spesso non muore nemmeno, resta lì agonizzante e viene avviato alla dissezione (lo tagliano a pezzi) che è ancora vivo.. senza contare come vengono trasportati da vivi, ammassati nei camion per giorni, senza cibo o acqua, sotto il sole o al gelo.. certi arrivano che sono impazziti dalla sofferenza. e che dire delle tradizioni cinesi?? gli animali vengono scuoiati e tagliati a pezzi da vivi, gatti e cani compresi, c'è pure una ricetta che prevede di prendere un certo tipo di pesce e togliergli la pelle da vivo.. rimane lì a dimenarsi senza pelle addosso e poi (quando viene servito) si affetta da vivo... nel corano, tra l'altro, è espressamente previsto che gli animali debbano essere uccisi senza provocare loro sofferenza, e lo svuotamento immediato del sangue dovrebbe far perdere subito i sensi.

non so.. mi sembra un voler vedere la pagliuzza altrui e non la propria trave, come dice un vecchio proverbio

20 Feb 2010

E' il suicidio parte della dottrina islamica?

E' il suicidio parte della dottrina islamica?


Molta gente, inclusi giornalisti, sono convinti che il suicidio sia in qualche
modo parte della dottrina islamica. Di fatto nei testi ufficiali dell'Islam,
il Corano e i detti del Profeta Muhammed (gli Ahadith), non vi e'
assolutamente spazio per il fenomeno del suicidio.



Il Messaggero di Allah (saau) disse: " Chiunque commetta il suicidio in
questa vita, sara' punito nel Giorno della Resurrezione". (Bukhari e Muslim
- narrato da Thabit bin ad-Dahhak).



Abu Hurairah (raa) narro' che il Messaggero di Allah (saau) disse: "Chiunque
si getti da una montagna e muore, e' nel fuoco dell'Inferno, e continua
a precipitare in esso perpetuamente e vi risiedera' eternamente.
Chiunque beve del veleno con l'intenzione di uccidersi (e muore a causa
di questo), il veleno sara' sulla sua mano e lo berra' perpetuamente
nel fuoco dell'inferno, risiedendovi per sempre. Chiunque commette il suicidio
con un arnese di ferro, questo stesso arnese sara' nella sua mano
ed entrera' nel suo stomaco nel fuoco dell'inferno. E vi risidedera'
perpetuamente. "(Bukhari 1365).



Narrato in autorita' di Abu Hurairah, il Profeta (saau) disse: "Colui che
si strangola (impicca), continuera' a strangolarsi nel fuoco (dell'inferno).
e colui che si accoltella, continuera' ad accoltellarsi nel fuoco".
(Musnad Ahmed 9618).



In autorita' di al-Hasan narro' : "Jundab ci narro' in questa moschea :
' Un uomo era ferito, cosi' si uccise. Allora Allah disse: 'Il mio servo si e'
affrettato a venire verso di Me per sua mano (ha commesso suicidio).
Il Paradiso e' a lui proibito." (Ibn Hibban).

Detti del Profeta Muhammed sul suicida ed il suicidio
tratto da http://www.didaweb.net/mediatori/articolo.php?id_vol=2032



19 Feb 2010

L'importanza dei genitori

Insegnameti per il bambino musulmano dal quale non tutti dovremmo apprendere, dopotutto non si finisce mai di imparare!

L'importanza dei genitori

Ha narrato Abu Huraira: un uomo andò dal Messaggero di Allah (sallAllahu 'alayhi wa sallam) e chiese: "O Messaggero di Allah, chi tra la gente è più meritevole della mia buona compagnia?" Egli disse: "Tua madre." Egli chiese: "Poi chi?" Egli disse: "Tua madre." Egli chiese: "Poi chi?" Egli disse: "Allora tuo padre." [narrato da Al-Bukhari e Muslim]

Ibn Mas'ud ha detto: ho chiesto al Messaggero di Allah (sallAllahu 'alayhi wa sallam): "O Messaggero di Allah, quale azione è più amata da Allah?" Egli ha risposto: "L'esecuzione della preghiera nel suo tempo." Ho detto: "Poi cosa?" Egli ha risposto: "Essere gentili e rispettosi verso i propri genitori." Ho detto: "Poi cosa?" Egli ha risposto: "Il Jihad sulla via di Allah." [narrato da Al-Bukhari e Muslim]

Vostra madre e vostro padre si sono presi cura di voi da quando siete nati. Perciò comportatevi bene nei loro confronti, siate rispettosi, ascoltate ciò che vi dicono e soprattutto...cercate di essere i migliori figli possibili.

Non solo il nostro amato Profeta Muhammad (sallAllahu 'alayhi wa sallam) ha raccomandato un buon atteggiamento verso di loro, ma anche nel Libro di Allah l'Altissimo ci sono numerosi versetti che indicano l'importanza dei genitori.

"Abbiamo imposto all'uomo di trattare bene i suoi genitori: lo portò sua madre di travaglio in travaglio e lo svezzò dopo due anni: “Sii riconoscente a Me e ai tuoi genitori. Il destino ultimo è verso di Me." [sura Luqman, versetto 14]

"Il tuo Signore ha decretato di non adorare altri che Lui e di trattare bene i vostri genitori. Se uno di loro, o entrambi, dovessero invecchiare presso di te, non dir loro “uff!” e non li rimproverare; ma parla loro con rispetto e inclina con bontà, verso di loro, l'ala della tenerezza; e di': “O Signore, sii misericordioso nei loro confronti, come essi lo sono stati nei miei, allevandomi quando ero piccolo." [sura Al-Isra', versetti 23-24]

"Ordinammo all'uomo di trattare bene suo padre e sua madre; e se essi ti vogliono obbligare ad associarMi ciò di cui non hai conoscenza alcuna, non obbedir loro. A Me ritornerete e vi informerò su quello che avete fatto." [sura Al-'Ankabut, versetto 8]

"Di': Venite, vi reciterò quello che il vostro Signore vi ha proibito e cioè: non associateGli alcunché, siate buoni con i genitori, non uccidete i vostri bambini in caso di carestia: il cibo lo provvederemo a voi e a loro." [sura Al-An'am, versetto 151]
postato da Mujahida sul website per bambini
http://mujahidino.splinder.com/

I tre Filtri

Una storia educativa per bambini musulmani da cui anche noi adulti dovremmo imparare!

C’era una volta, all’epoca dei califfi abbasidi, nella capitale musulmana Bagdad, un grande sapiente noto per la sua saggezza. Quest’uomo aveva passato la vita a studiare il Corano e le Parole del Profeta Muhammad (sallAllahu ‘alayhi waSallam), ed era molto pio.
Mai lo si era sentito dire male di qualcuno, prendersi gioco degli altri, ne’ riportare parole inutili.

Tutti lo amavano, perche’ aveva sempre una parola gentile o un sorriso per le persone che incontrava, ed era sempre pronto ad aiutare gli altri.
Un giorno, uno dei suoi vicini venne a trovarlo:
“Assalamu ‘alaykum!!”
“wa’alaykumu-s-salam waRahmatullahi Ta’ala waBarakatuHu”, rispose il sapiente.
“Sai cosa mi hanno appena raccontato a proposito del tuo amico ‘Abdullah?”, comincio’ il vicino.
“Aspetta un po’”, replico’ il sapiente: “Vedo che muori dalla voglia di dirmi qualcosa. Prima che tu me la dica, pero’, vorrei farti un piccolo test. Si chiama il test dei tre filtri”.
“Dei tre filtri?” si stupi’ il vicino.
“Esattamente”, prosegui’ il sapiente: “Prima che tu mi parli del mio amico, sarebbe una buona idea prendere il tempo di filtrare cio’ che conti di dirmi. Faremo passare cio’ che volevi dirmi attraverso tre filtri; cio’ che ne restera’, potrai dirmelo. Ecco perche’ si chiama il test dei tre filtri. Sei pronto?”.
“Si’”, rispose l’uomo, sempre piu’ meravigliato (in effetti, quando chiacchierava con gli altri vicini, non aveva l’abitudine di prendere tutte quelle precauzioni).
“Cominciamo”, disse il sapiente: “Il primo filtro e’ quello della verita’. Hai verificato bene che quel che mi vorresti dire sia vero?”.
“No”, rispose quello: “In effetti, me l’hanno appena raccontato e…”
“Ebbene”, disse il sapiente: “Non sei dunque per nulla sicuro che sia vero. Il filtro della verita’ non ha conservato quel che mi volevi dire. Proviamo adesso col secondo filtro, quello del bene. Mi volevi forse dire sul conto del mio amico qualcosa di buono?”.
“Ehm… no, al contrario…”
“Ah!”, prosegui’ il sapiente: “Dunque volevi dirmi qualcosa di male sul conto del mio amico, ma non sei nemmeno sicuro che sia vero… Non sono sicuro di poterti ascoltare. Ma puo’ darsi che passerai lo stesso il test, perche’ resta ancora un filtro: il filtro dell’utilita’. Se tu mi riferissi cio’ che volevi dirmi sul conto del mio amico, cio’ mi sarebbe utile?”.
“Ehm… no, a dire il vero no..”
“Allora”, concluse il sapiente: “Se quel che mi volevi riferire non e’ vero, non e’ una cosa buona e non mi sarebbe nemmeno utile, non vale la pena di dirmelo, non credi?…”
Le parole possono essere molto dannose, e non bisogna diffonderle senza riflettere. Una parola che non sia vera, ne’ buona, ne’ utile, non vale la pena di essere pronunciata.
Dunque, prima di dire qualcosa, o di riferire cio’ che ti e’ stato raccontato, non dimenticare di sottoporre le tue parole al test dei tre filtri! Cio’ ti evitera’ certamente di commettere dei peccati. Allah Ta’ala ci dice nel Qur’an:
O credenti, non scherniscano alcuni di voi gli altri, ché forse questi sono migliori di loro. E le donne non scherniscano altre donne, ché forse queste sono migliori di loro. Non diffamatevi a vicenda e non datevi nomignoli. Com’è infame l’accusa di iniquità rivolta a chi è credente ! Coloro che non si pentono sono gli iniqui (Corano XLIX. Al-Hujurat, 11)



jazakumullahu khayran Le Jardin des Croyantes

storia di una conversione

بسم الله الرحمان الرحيم
I paradisi di Luca Abdullah
Storia di una conversione: da Cristo a Maometto
L’UNIONE SARDA

Domenica 01 novembre 2009
di GIORGIO PISANO


Professore di latino e greco nei licei classici, Luca de Martini ha deciso di allungare il suo nome un giorno qualunque di sei anni fa. Si è convertito all’islam valutando in meditata solitudine tutte le conseguenze del caso. Adesso si chiama anche Abdullah (che vuol dire servitore di Dio) e Nur (che vuol dire luce). È già andato in pellegrinaggio alla Mecca. Si propone di essere un musulmano «coerente e rigoroso, onesto e retto».

Significa fondamentalista?
«Sì, se il termine non avesse un’accezione offensiva. Dunque non mi dichiaro fondamentalista».

Integralista è meglio?
«Neppure. Sa di esasperato rigore e il mio islam non è affatto così. Non amo gli eccessi, non rifiuto il progresso, prendo dalla cultura e dalla tecnologia degli altri quello che ritengo buono».
Cagliaritano, figlio unico di un insegnante, trentacinque anni, esperto di linguistica sarda, Luca dice di non vestire «sempre di nero». Lo puntualizza perché all’appuntamento per l’intervista si presenta con un copricapo nero, un lunghissimo camicione nero, pantaloni neri, stivali neri, folta barba da frate cappuccino (o da imam, se preferite). Laureato in Lettere antiche, specializzato in Russia, è sposato «con una cittadina straniera» ed è padre d’una bimba di un anno.
Qual è la strada che un borghese occidentale deve battere per arrivare all’islam? La curiosità altrui lo lascia indifferente e se accetta di spiegare su un giornale come la pensa è solo perché «in giro c’è troppa confusione, qualche volta troppa malafede». E precisa meglio: «Storicamente, per un milanese è straniero anche un napoletano, figuriamoci un pakistano o un senegalese».
Non vuole e non intende rappresentare una religione ma semplicemente offrire una storia personale, la storia di un ragazzo che perde pian piano i legami col cattolicesimo ed entra in un’altra dimensione. Dove sostiene di aver trovato finalmente serenità e coerenza, soprattutto. «Non ho mai capito come si possa dire d’essere cattolici ma non praticanti. Che senso ha?». La regola della fedeltà all’idea non prevede sconti nemmeno per lui. Tantomeno dubbi. «Il dubbio è la radice della miscredenza».
Il professor de Martini è un giovane asciutto, d’una certa eleganza fisica, chiude e spalanca mani bianchissime per sottolineare i concetti importanti. Sospetta diffidenza (ma non lo rivela), si prepara a domande provocatorie mantenendo una calma assoluta salvo, ogni tanto, un leggero tremolìo degli occhi e il discorso che si fa d’un tratto spezzato. Il suo cammino religioso è simile a quello di Cat Stevens, popstar degli anni ‘70 ma con una differenza-chiave: «Non ho avuto maestri. Sono un autodidatta. Ho semplicemente studiato, studiato, studiato».
Prega cinque volte al giorno, nei limiti del possibile cura l’alimentazione evitando il maiale, alcolici e comunque la carne di animali che non siano stati macellati secondo il precetto musulmano. Racconta che i genitori hanno seguito questa sua lenta trasformazione con un misto d’attesa e perplessità. Se la madre lo invita a cena si salva in corner con menu di compromesso: pizza, pasta, verdura, pesce. Del mondo di ieri, quello dell’adolescenza e di una verdissima gioventù, non rimpiange niente. «Non ho nostalgia di quello che sono stato».

Quanto pesa il passato cattolico?
«Sono stato battezzato, ho fatto Prima comunione e Cresima. Durante la visita di leva ho scoperto che lo Stato italiano mi considera cattolico per il solo fatto d’essere stato battezzato. Singolare, no? Nessuno me lo aveva chiesto. In ogni caso, sbattezzarmi non mi interessa».

Cosa non le piace del cattolicesimo?
«Il discorso sarebbe lungo. In sintesi, non condivido il modo di essere della Chiesa di Roma e la teologia. Una dottrina che non fa per me».

Le è rimasto un amico cattolico?
«Non vedo più quelli che frequentavo un tempo. Comunque sì, ho conoscenti cattolici».

Amici o conoscenti?
«Conoscenti».

Com’è avvenuta la conversione?
«Leggendo sull’islam. Pensi che la Shahada, la formula di adesione alla fede, l’ho fatta in assoluta solitudine. Senza maestri, senza suggeritori. Credo di essere stato l’unico sardo presente alla Mecca tre anni fa».

C’è stato un episodio folgorante?
«Direi di no. Non sono un fanatico: sono approdato all’islam dopo aver riflettuto con me stesso. C’è tuttavia una vicenda che mi ha colpito: mi trovavo in Russia per ragioni di studio quando le armate di Putin hanno decimato il popolo ceceno. Un genocidio».

Che bisogno aveva di cambiare nome?
«Non l’ho cambiato. Ho soltanto aggiunto Abdullah Nur al mio, che resta tale e quale all’anagrafe. È un modo per rafforzare la fratellanza islamica. Fermo restando che ogni musulmano deve rispettare le leggi dello Stato che lo ospita, a patto che non violino i principi fondamentali della fede».

C’è una corrente religiosa nella quale si riconosce?
«Quella della tradizione. Seguo le regole delle prime tre generazioni di musulmani».

[ ... ]

Nel liceo dove insegna ha avuto problemi?
«No, mai. Mai nessun problema coi colleghi, credo abbiano considerazione di me. Passo per un docente serio ed esigente».

E con gli alunni?
«Neppure. A fine lezione è capitato qualcuno che mi abbia chiesto di sapere di più. Ma l’insegnamento, per quel che mi riguarda, è un pubblico servizio. Quando sono in cattedra non rappresento alcun partito e nessuna fede».

Sarà felice il ministro Gelmini.
«La scelta religiosa è privata, intima. Non può in alcun modo sfiorare le materie che insegno».

D’accordo ma se una sua allieva mettesse il burka?
«Non avrei niente da dire. Così come non ho niente da dire quando arrivano in audacissime minigonne. Non mi pare ci siano imposizioni precise per l’abbigliamento in classe. Difatti mi lascia perplesso l’atteggiamento di quei colleghi, soprattutto colleghe, che pretendono di spiegare alle alunne come devono venire vestite a scuola».

Secondo i suoi principi, le donne dovrebbero portare addirittura i guanti.
«Non è un obbligo. Certo, se una donna ha mani bellissime coprirle può servire ad allontanare l’attenzione morbosa di un uomo. Intendiamoci, le migliori musulmane sono quelle coperte ma non è detto che quelle coperte siano poi le musulmane migliori. Mi sono spiegato?»

Dev’essere dura per uno come lei vivere nel Paese delle veline.
«Misuro il progresso e la civiltà di una nazione dalla Scuola e dalla Sanità, che devono essere servizi rigorosamente pubblici, assolutamente efficienti e indiscutibilmente aperti a tutti, non solo ai ricchi. L’Italia non mi entusiasma ma è un Paese migliore di tanti altri».

Vota?
«Non sempre. Quando mi è capitato di farlo, ho scelto liste indipendentiste antiglobalizzazione. È il sistema centralista e accentratore che non funziona, paghiamo ancora a carissimo prezzo il modello sociale imposto da quel carnefice che si chiama Napoleone Bonaparte».

Se sua figlia dovesse innamorarsi di un ragazzo d’altra religione?
«Per noi la famiglia è molto, molto importante. Avere una buona educazione islamica significa capire e far capire che uomini e donne hanno ruoli diversi e uguale dignità».

Va bene, ma se sua figlia…
«Vorrebbe dire che sta tradendo i principi e che io non sono stato in grado di darle una buona educazione».

E in conclusione?
«In conclusione non darei il mio assenso».

Se invece tutto questo lo facesse un figlio maschio?
«A un maschio è consentito a patto che si congiunga con una ragazza di fede monoteista. In ogni caso, si tratterebbe della scelta peggiore».

Però è tollerata.
«Sì».

Sbagliano gli intellettuali che vi accusano di vivere in culture arcaiche?
«Quanto più il progresso scientifico avanza tanto più si rafforza l’islam. Nell’Occidente c’è scontro tra fede e scienza, da noi no. Nel Corano è stato scritto 1.400 anni fa che inizialmente l’universo era una nebulosa di massa gassosa. Figuriamoci se il progresso può preoccuparci».

Relativista o assolutista?
«Relativista nello studio delle civiltà, assolutista sul fronte della fede. Gliel’ho detto: il dubbio è la radice della miscredenza».

Se sua moglie la tradisse…
«Il musulmano distingue tra fornicazione e adulterio…».

La domanda è un’altra.
«L’adulterio è un peccato grave, molto grave».

Che prevede la lapidazione.
L’islam è un sistema di vita onnicomprensivo. Ha regole chiare su economia, diritto matrimoniale, alimentazione…».

La domanda: favorevole o contrario alla lapidazione?
«Non sono un giurista, quindi non so se una condanna come questa possa essere commutata in altro».

D’accordo ma se sua moglie…
«Ho aderito alla legge islamica e ne osservo i precetti».

Le punizioni sono autentica ferocia.
«Non sono d’accordo con questa valutazione».

La proposta di legge contro l’omofobia: che ne pensa?
«L’Occidente considerava l’omosessualità una malattia fino a poco tempo fa, ora non più. L’islam condanna i rapporti sodomitici e quelli anali in assoluto, cioè anche fra uomo e donna. Non conosco nei dettagli la proposta di legge bocciata in Parlamento ma, in linea di massima, siamo per il dialogo».

L’omosessualità però resta una malattia.
«Per noi non c’è dubbio. Siete voi che avete cambiato idea».

La comunità ebraica lamenta intolleranza.
«Noi abbiamo rispetto per la cultura e per la religione ebraica. Non ne abbiamo per personaggi come Riccardo Pacifici, rabbino di Roma, sionista che incita all’odio. Pacifici dovrebbe almeno cambiare cognome».

Sbagliano o no a dire d’essere perseguitati?
«Perseguitati gli ebrei in Italia? Oggi il clima non è facile in questo Paese. Il musulmano è identificato come immigrato pericoloso. Se viene arrestato uno di noi i giornali precisano subito la religione: musulmano; se arrestano un rumeno non precisano che è di fede cristiano ortodossa. Come mai? Vogliamo chiarire questo aspetto una volta per tutte?»

Chiariamolo.
«Un buon musulmano non commette reati. Deve comportarsi da onesto cittadino e in cambio chiede libertà d’abbigliamento, appositi luoghi di culto, cimiteri, mense nelle scuole e nelle prigioni. A Cagliari nel camposanto di San Michele c’è giusto un’aiuola con un cartello che dice acattolici . Vi sembra rispettoso?»

C’è qualcosa dell’islam che non le va a genio?
«No, altrimenti torniamo al discorso del sono cattolico ma non praticante. Un buon musulmano deve seguire la legge islamica e non dubitare, mai».
[ ... ]

Dall'oscurità alla Luce: Il mio incontro con l'Islâm

Dall'oscurità alla Luce
Il mio incontro con l'Islâm

di Sumayyah bint Joan

Angelene McLaren è una giornalista originaria della Jamaica che vive a Detroit (USA) e che lavora per una rivista islamica del Wisconsin. Prolifica scrittrice ed esperta di pubbliche relazioni, ha lavorato per varie testate giornalistiche dopo aver ottenuto il Master in scienze della comunicazione e giornalismo. Ha pronunciato la Shahâdah nel 1995, assumendo il nome di Sumayyah bint Joan.

Fin da quando ero bambina, ho sempre avuto un rapporto molto profondo con Allah (SWT). Sono stata allevata nella fede cattolica, con tutte le sue ambiguità, contraddizioni e confusione, ma io ho sempre fatto del mio meglio per concentrarmi sull'obbedienza a Dio (SWT), e non sugli insegnamenti della Chiesa, perché fin da piccola mi sembravano privi di qualsiasi buon senso. Negli anni della scuola superiore, presi coscientemente la decisione di applicarmi maggiormente nella conoscenza della religione. Andavo a messa ogni due giorni, poi ogni giorno; mi confessavo almeno una volta alla settimana, e cercavo di impegnarmi in tutte le pratiche di culto sulle quali il mio sacerdote insisteva tanto. Tutto ciò nello sforzo di sentirmi più vicina a Dio (SWT). La Chiesa non seppe rispondeermi per ciò che riguardava le domande fondamentali della vita: chi sono io? Chi è Dio (SWT)? Perché io sono qui, e qual è la mia relazione con l'Essere Superiore Che ha creato l'universo? Come dovrei vivere la mia vita? Chi mi dovrebbe essere d'esempio e come lo dovrei imitare? Perché Dio (SWT) avrebbe avuto 'bisogno' di un figlio ad un certo punto, quando è sempre stato Unico in precedenza, creando tutto ciò che esiste da Solo?... Il mio sacerdote era incapace di sciogliere i miei dubbi, assicurandomi nel contempo che, se la mia fede fosse stata abbastanza forte, non ci sarebbe più stato bisogno di trovare un senso in tutte le cose... Ciò non poteva soddisfarmi, così, alla fine della scuola superiore, lasciai la Chiesa cattolica e mi misi alla ricerca della Retta Via, del Vero Credo, della Vera Religione.

Investigai numerose religioni nello sforzo di liberarmi dal mio vuoto interiore. Praticai l'Induismo, il Taoismo, il Buddismo Zen e arivai ad avvicinarmi alla setta "White Witchcraft". Molta gente troverà tutto ciò assurdo, ma dovete capire che io ero veramente alla ricerca di una "risposta", ma tutti questi percorsio lasciavano in me un vuoto che sembrava incolmabile.

Poi, un giorno, mia sorella venne a trovarmi, e ciò che vidi mi sorprese enormemente. Entrò in casa indossando un abito lungo, coperta dalla testa ai piedi; un'enorme sciarpa opaca le nascondeva i capelli e scendeva a coprirle il seno, fino alla vita.

Le chiesi come mai fosse vestita così, nel bel mezzo dell'estate e con la temperatura di 40 gradi, e lei mi rispose che era diventata Musulmana.
Nonostante mi fossi interessata a così tante e diverse religioni, non avevo mai pensato di compiere una ricerca sull'Islam, principalmente perché non era facile per me reperire materiale informativo, e poi perché la mia mente era piena di stereotipi che mi impedivano di studiare serenamente questa Religione, quegli stessi stereotipi che oggi io ritrovo nelle altre persone e che sono così difficili da cancellare. Lasciai la mia famiglia e partii per l'università della California, sempre alla ricerca della vera Religione...

Ad un certo punto, decisi semplicemente di vivere facendomi trascinare dalla corrente, senza pensare troppo... E in questo modo passarono due anni, durante i quali mi innamorai di un mio compagno di università e decisi di sposarlo. Vi era sempre qualcosa che "mi mancava", in un angolino della mia mente vi era sempre quella vocetta persistente a ricordarmi che la mia vita era disordinata, ma io facevo del mio meglio per ignorarla, fino ad una notte fatale...

Proprio prima di lasciare la California per tornare a casa ed iniziare a costruire, insieme al mio fidanzato, una nuova vita insieme, feci il sogno più spaventoso di tutta la mia vita. In questo sogno vidi due uomini molto alti vestiti di bianco diritti in piedi al fondo del mio letto. Quando li vidi, pensai che fossero alieni o angeli, non ne ero sicura, ma certamente ne fui molto spaventata e feci tutto il possibile per scappare da loro, ma più cercavo di allontanarmi più li sentivo vicini. Alla fine, ci trovammo sulla cima di un'alta montagna, e sotto di noi vi era un mare rosso come il sangue e caldo come la lava. I due uomini mi indicarono il mare, e ciò che vidi resterà nella mia mente fino a che morirò. Il mare era pieno di persone nude, che venivano girate di qua e di là, come la carne quando viene arrostita, e gridavano: "Aiuto! aiuto!". E' necessario precisare che sentivo di avere gettato un'occhiata sull'Inferno, e ne ero terrorizzata.

Raccontai al mio fidanzato questo sogno, ma egli si mise a ridere e mi disse che avevo un'immaginazione troppo sviluppata... Ma io non potevo accantonare la faccenda così in fretta.

Quando tornai nel Michigan, scoprii che anche un'altra mia sorella e un mio cugino avevano abbracciato l'Islam durante la mia assenza. Ciò mi incuriosì, quindi chiesi a mia sorella di prestarmi qualche libro da leggere. Uno di questi libri era "La Descrizione dell'Inferno": tutto ciò che avevo visto nel mio sogno veniva raccontato nel testo. Ne fui molto colpita, così cominciai a leggere, e a leggere, a cercare libri e a porre domande, e più studiavo l'Islam, più la mia mente e il mio curoe mi dicevano che era questo ciò che avevo cercato per così tanto tempo. Possedevo da anni una copia del Corano, ma non lo avevo mai letto prima... Finalmente mi sedetti e cominciai a studiarlo... La mia mente ed il mio curoe si aprirono all'Islam, e capii che volevo convertirmi.

Ma c'era un grosso problema: il mio fidanzato. Fu subito chiaro che lui non aveva nessuna intenzione di divenire Musulmano, dunque io dovevo scegliere tra lo sposare l'uomo che amavo o il percorrere la via che il mio cuore aveva riconosciuto come quella giusta... Allah (SWT) dice che se tu credi veramente in Lui (SWT) e nel Suo Messaggero (s), Egli (SWT) ti metterà alla prova. Questa era la mia "prova", e, nonostante il dolore che in quel momento provavo nel mio curoe, scelsi l'Islam piuttosto che il mio fidanzato. Ciò avveniva nel 1995. In seguito Allah l'Altissimo mi ricompensò e mi benedisse facendomi conoscere e sposare, tramite un amico del marito di mia sorella, un ottimo fratello Musulmano, che ama Allah Ta'ala e il Suo Profeta (sallAllahu 'alayhi waSallam), e donandoci un meraviglioso bambino mashaAllah.

Allah (SWT) dice che Egli (SWT) guiderà dalle tenebre alla Luce chiunque cerchi la Guida, ed io so che è ciò che Egli (SWT) ha fatto per me.
I miei sforzi relativi alla Da'wah sono oggi concentrati negli scritti per le riviste islamiche "ISlamic Voice" e "Al-Jumuah".

Lo stereotipo più comune con il quale mi trovo a confrontarmi è il mito secondo il quale, poiché indosso un hijab completo, non sarei educata né sofisticataz e sarei "oppressa". Detesto questo pregiudizio. Ma quando parlo alle persone ed esse capiscono che posso fare un discorso coerente, dapprima restano stupite, ma poi comprendono il loro errore di valutazione. La maggior parte dei problemi deriva dal fatto che noi Musulmani non spendiamo abbastanza energie per spiegare chi siamo. Finché non prenderemo in mano il microfono per cominciare a spiegare alla gente cosa significhino "Islam" e "Musulmani", la gente continuerà a ragionare seguendo gli stessi stereotipi, basati sull'ignoranza.

L'America ha bisogno dell'Islam. Questo Paese è così amorale, eppure la gente "cerca" la Verità. Il problema è che la maggior parte dei Musulmani che sono qui cercano il dunya (basso mondo), e non sono qui per la Da'wah (Appello all'Islam), e vediamo che alcuni Musulmani si comportano come i miscredenti. Perciò, finché i Musulmani non cominceranno ad amare veramente l'Islam e ad assumersi le proprie responsabilità verso il resto dell'umanità, le cose potranno solo peggiorare. Ma, a dispetto della nostra attuale apatia, l'Islam qui sta crescendo in modo esponenziale, e inshaAllah continuerà così.

fonte: Islamic Voice

8 Feb 2010

Le caratteristiche dei credenti

Le caratteristiche dei credenti che li rendono diversi dai miscredenti

Al-'Allamah 'Abdur-Rahman ibn Nasir As-Sa'di
Dal libro: Domande e Risposte essenziali circa la Fede (p.58-63)



[In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso ]

Quali sono le caratteristiche dei credenti che li rendono diversi dai miscredenti?

Questa è veramente una grande domanda. Conoscendo la differenza tra i credenti e le altre persone, la differenza tra la Verità e la falsità diventa nettamente chiara, così come la differenza tra la gente della felicità eterna e la gente della miseria eterna.

Sappiate che il vero credente è colui che crede in Allah e in tutti i Suoi Nomi e gli Attributi che si trovano nel Libro e nella Sunnah, sulla loro corretta comprensione. Essi devono essere completamente riconosciuti. Inoltre, il credente esalta Allah, dichiara Lui libero di tutto ciò che contraddice la perfezione dei Suoi Nomi e Attributi. Così, il suo cuore è pieno di Fede (Iman), conoscenza, convinzione, serenità, e diventa totalmente interessato di Allah.

Il credente si pente ad Allah solo, eseguendo gli atti di culto per Lui, che ha legiferato sulla lingua del suo Profeta (sallAllahu 'alayhi wa sallam), con sincerità verso Allah, sperando per la Sua Ricompensa e temendo la Sua Punizione.

Il credente è grato ad Allah nel suo cuore, con la sua lingua e con le azioni dei suoi arti. Egli è grato per la benedizione di Allah e la grande quantità di bene che Allah ha dato a lui, con le quali si diverte a tutte le ore del giorno. Il credente è riconoscente e pronuncia frasi di ricordo di Allah, ed egli non vede alcuna benedizione maggiore di quella che Allah ha dato a lui, né un segno di generosità maggiore di quello che è venuto da Allah.

Il credente schernisce i lussi materiali di questa vita mondana, poiché egli è concentrato sul piacere di pentirsi ad Allah, e svoltandosi completamente verso Lui solo. Con questo, egli prende un'ampia parte dei piaceri terreni e gode di loro, ma non come fanno i miscredenti o quelli sbadati. Egli soddisfa con loro in un modo che lo aiutano a stabilire i diritti di Allah ed i diritti dei Suoi servi.

Soddisfacendosi in questo modo e sperando per la ricompensa da Allah, il credente compie i suoi desideri, il suo cuore riposa in pace e trova tranquillità. Egli non diventa rattristato se lo raggiungono alcuni affari che non ama. Con questo, Allah ha combinato per lui la felicità di questa vita mondana e la felicità dell'altra vita.

Per quanto riguarda il miscredente sbadato, la sua vicenda non è così. Egli nega la presenza e la perfezione del suo Grande Signore, che è stabilito sia via le prove intellettuali che testuali (divini), nonché i fatti e le scoperte scientifiche. Egli non dà alcuna importanza a queste cose.

Dal momento che taglia se stesso da Allah, non riconoscendoLo e non adorandoLo, il miscredente attacca se stesso alle cose trovate nella natura e li adora. Così, il suo cuore diventa simile al cuore degli animali al pascolo.

Il miscredente non ha alcun interesse diverso dalla raccolta e il godimento delle cose materiali. Il suo cuore è sempre in uno stato di agitazione, impaurito che potrebbe perdere le cose che ama, impaurito che gli affari che non ama lo raggiungeranno. Egli non ha Iman, con cui rende facile l'affronto delle cose difficile ed alleggerisce il peso delle calamità.

Il miscredente è stato privato dalla gioia dell'Iman, la dolcezza dell'avvicinarsi ad Allah ed i frutti dell'Iman in questa vita e la successiva.

Il miscredente non spera in qualche ricompensa da Allah, né teme qualche punizione. La sua unica speranza e paura è collegata ai bisogni dei suoi desideri bassi e materialistici di questo mondo.

Dalle caratteristiche del credente è l'umiltà al momento della presentazione alla Verità, e l'umiltà quando tratta gli altri. Egli è sincero con i servi di Allah non importa quale sia il loro status e la loro posizione. Questa sincerità si trova nelle sue dichiarazioni, nelle azioni, e nelle intenzioni.

Tuttavia, il miscredente ha superbia e disprezza la Verità. Egli disprezza anche le altre persone, pure. Egli si meraviglia di se stesso e non cerca di essere sincero con nessuno.

Il credente ha un cuore puro che è libero dall’inganno, il rancore e l’invidia. Ama per i musulmani ciò che ama per se stesso, e odia per quelli ciò che odia per se stesso. Egli si dedica a lavorare nei loro migliori interessi. Egli porta il carico del danno che gli hanno causato loro, e non li opprime in alcun modo.

Il cuore del miscredente bolle dal rancore e l'invidia. Egli non vuole alcun bene o beneficio per nessun altro, a meno che non ci sia un certo obiettivo mondano in esso per se stesso. A lui non dispiace opprimere gli altri, quando è in grado, mentre è il più debole di loro nel sopportare i danni che potrebbero raggiungerlo da loro.

Il credente ha una lingua sincera ed interagisce con le persone in un buono modo. Egli è mite, calmo, pacifico, misericordioso, paziente e affidabile. Egli si conforma con le persone ed è un buon accogliente per i suoi ospiti.

Il miscredente è avventato, ruvido e pieno di preoccupazioni e sgomento. Egli mente e non è affidabile. Egli è litigioso con un temperamento aggressivo.

Il credente non si dedica completamente a diversi da Allah. Sia il suo cuore che il viso sono stati salvaguardati contro la sottomissione e la dedicazione completamente a diversi dal loro Signore. Egli è virtuoso, forte, coraggioso e generoso. Egli è onesto e sceglie ciò che è buono.

Il miscredente è sull'opposto di ciò. Il suo cuore è collegato agli esseri creati. Egli teme il loro danno e spera di trarre giovamento da loro, impiegando tutte le energie per loro. Egli non è virtuoso, né forte o coraggioso, a meno che per realizzare i suoi motivi bassi. Egli non ha onestà e né si preoccupa se ciò che guadagna è puro o sporco.

Il credente combina la ricerca delle vie che vantaggiano lui e mette la sua fiducia in Allah, contando su Lui, e da Lui cerca aiuto in tutti i suoi affari. Egli ritiene che Allah l'Altissimo lo aiuta.

Il miscredente non sa niente di tawakkul (la fiducia in Allah), né guarda a diverso dal proprio essere debole e umiliante. Allah gli ha dato capacità di utilizzare solo per giovare suo stesso, e in questo modo li ha reso inutili. Se egli raggiunge alcune cose che ama, si sta conducendo soltanto in una punizione graduale.

Il credente incontra tutte le benedizioni che gli vengono essendo grato, e le usa per avvantaggiarsi in un senso che causerà più bene nell'avvenire.

Il miscredente incontra le benedizioni con esuberanza e orgoglio, occupando se stesso con le benedizioni piuttosto che con Colui che gliel'ha date, e quindi non offre alcuna gratitudine. Egli usa le benedizioni per i suoi obiettivi bassi. Con tutta la sua esuberanza, le sue benedizioni si affrettano a separarsi da lui.

Il credente incontra le calamità con pazienza e conta sulla ricompensa di Allah, sperando che Allah rimuoverà le difficoltà. La bontà e la ricompensa che gli dà Allah al posto della sua perdita è superiore della cosa cara che ha perso o il disagio che ha subito.

Il miscredente incontra le calamità con costernazione e preoccupazione, e quindi aumenta la sua calamità e sta male sia dall'esterno che all'interno del suo cuore. Egli non ha pazienza e speranza per qualunque ricompensa. Quanta severa è la sua perdita e quanta grande è la sua tristezza!

Il credente adora Allah avendo fede in tutti i Messaggeri. Egli li onora e li ama di più di quanto possa amare il resto di tutta la creazione. Egli riconosce che tutte le bontà che raggiunge la creazione fino al Giorno dello Stare è solo il risultato del loro lavoro e la loro guida. Egli sa che ogni male che li raggiunge è un risultato della loro opposizione ai Messaggeri. Egli inoltre sa che essi sono i più grandi di tutta la creazione, in termini della bontà che spargono, in particolare il loro Imam e il sigillo finale, Muhammad (sallAllahu 'alayhi wa sallam), quello che Allah ha fatto come una misericordia per tutte le creazioni e l'ha inviato con ogni tipo di giustizia, per correggere e guidare il popolo.

I miscredenti criminali sono sull'opposto di questo. Essi santificano i nemici dei Messaggeri e onorano le loro dichiarazioni. Essi deridono ciò che è venuto con i Messaggeri, proprio come i loro predecessori hanno fatto. Questa è la più grande prova dell'assurdità dei loro intelletti e l'estrema piccolezza dei loro modi.

Il credente adora Allah amando i Compagni (Sahabah) e gli Imam dei musulmani, gli Imam della guida.

Il miscredente è al contrario di quello.

Il credente compie azioni per amor di Allah e si comporta bene con i servi di Allah, dovuto alla sua sincerità completa verso Allah.

Il miscredente lavora solo per raggiungere i suoi propri obiettivi bassi.

Il petto del credente è ampio, pieno di conoscenza vantaggiosa, di Fede sana, rivolgendosi ad Allah, ricordando Lui, essendo gentile verso gli altri. Il suo petto è privo di caratteristiche basse.

Il miscredente è disattento e sul contrario di ciò, dal momento che egli non ha adottato alcuna misura per espandere il petto in questo modo.

[Ed Allah conosce meglio.]



Preso da: bakkah.net
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